Gli amici pugliesi sono venuti quest’anno per approdare in questi due scogli in mezzo allo ionio a sud di Zante.
Isole meno battute, forse le ultime che provano a resistere nel loro isolamento e nella loro natura.
Piacciano o no, lasciano sempre un segno profondo in ognuno che arriva da queste parti.
Sono luoghi con i quali ti devi confrontare, immutati nei secoli conservono quella austerità, quella forza naturale che ti permette di riconoscerti nelle cose essenziali della vita, risveglio-nascita, sonno-morte.
Non c’è luogo in Mediterraneo che conserva questa forza, almeno per me. Tutto come secoli fa il sole che nasce rosso all’orizzonte insieme all’ultimo spicchio della luna calante di questo periodo, tramonti infuocati a segnare la fine della giornata e le notti con cieli stellati sopra lo Zefiro che dondola in questo mare cristallino.
Le notti alle Strofadi sono vive, intorno a noi, sopra la barca, i mitici uccelli che nell’oscurità cantano e si chiamano, le mitologiche Arpie sono le guardiane di questi luoghi.
Piacciano o no le Strofadi ci hanno trattenuto senza che opponessimo tanta resistenza. Per due notti e tre giorni. Isole lontane da tutto e noi dallo Zefiro a viverle con rispetto e sorpresa.
L’unica nota negativa, segno che dove arriva “l’uomo economico” tutto tende a sparire, è che 24 anni fa, ormeggiati dove siamo ora, la vita in acqua pullulava di specie marine mentre ora solo qualche esemplare di pesce pappagallo.
Ho pensato alle bombe che si usano per la pesca di frodo, oppure all’aumento della temperatura dell’acqua, oppure tutte e due le cose insieme, entrambe a causa delle nostre esigenze di vita.
Ora le Strofadi, fortunatamente, fanno parte di un parco e si spera che anche nell’acqua ritornino come prima la vita e i colori.
A terra, passeggiando, gli amici si son trovati in boschetti con querce e alberi inaspettati, e acqua in abbondanza che garantisce all’eremita che vive su queste isole, la vita.
Andiamo via con gli occhi e l’animo pieni di pace.
Le Strofadi sono isolate, là in mezzo allo Ionio, ed accolgono chi con la barca fa rotta da queste parti.
Indifferenti a noi, stanno qui, lontane dalle rotte più tradizionali a permetterci di vivere il ferragosto ormeggiati, da soli, nella baia a sud di Stamfani la più grande delle due.
Noi partiamo con la gioia di esserci stati e da parte mia ringrazio gli amici della puglia Franco e Bettina, Francesco e Angela, Nicola e Fara che hanno scelto questo luogo come punto di riferimento, luogo centrale di questa crociera.
Anche le isole meno conosciute o meno battute, perchè più isolate, devono vivere e noi dobbiamo ascoltarle e proteggerle.
Un grande abbraccio a tutti Peppe, Tiziana, Zefiro e tutto l’equipaggio.